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La magia ha origini antiche, risalenti fin prima dell’inizio della creazione degli esseri viventi.
Yrdia, dio dei mari e degli oceani, sommerse le terre con acque scroscianti e limpide;
Furos, dio della terra, fece emergere rocce dai fondali fino a formare le placche che poi si chiameranno “terre e regioni”;
Mehrx, dea dei venti, fece scorrere le sue spire avvolgendo ogni cosa, dando origine alle tempeste.
Dopo lunghi anni passati in solitudine decisero di creare creature colte ed intelligenti, a rassomiglianza di loro stessi, così nacquero i draghi, ogni specie fu creata da dei diversi.
Poi, decisero di creare qualcuno che potesse prendersi cura dell’ambiente, renderlo rigoglioso e far prosperare la fauna, da questo desiderio nacquero gli elfi.
Il dio maggiore, ovvero il padre di tutti gli dei, decise che coloro dovevano essere le uniche due razze intelligenti, visto che ritraevano la perfezione ma,che ci sarebbe stato posto soltanto per un'altra razza.
Reorx, per puro capriccio, volle creare una razza capace di manipolare i metalli, scavare nelle profondità rocciose, ma venne scoperto dalla dea Hiles che, invece, voleva creare una razza mortale, dalla corta vita, giusto per vederli nascere, invecchiare e morire.
Così entrarono in conflitto, si scatenò una guerra, nella quale furono coinvolte tutte le divinità presenti al comando. Durò per molti secoli, quando, la divinità suprema scoprì che Reorx aveva già creato la razza che bramava: “i nani”, andò su tutte le furie punendolo rinchiudendo i nani sotto la superficie delle montagne, in modo che rimanessero nascosti.
Nel frattempo anche Hiles aveva fatto lo stesso, “gli umani”, Il Dio supremo scatenò la sua ira anche su di lei, non amava essere contraddetto o disubbidito dai suoi figli, soprattutto se i loro erano capricci inutili. Rese gli umani privi di forze magiche, come gli elfi, e di una intelligenza minore dei draghi e molto inferiore a quella degli elfi.
Così con il passare dei millenni, su quella terra vennero a crearsi altre creature, che man mano presero posto nella terra più adatta a loro, così come i draghi, ritiratosi in solitudine vengono creduti estinti, lo stesso per gli elfi.
Si creò così il regno di Himperius, con un re e i suoi guerrieri, nomadi e mercanti;
vennero costruiti villaggio e gli umani crebbero di numero, tra loro cominciarono a farsi luogo dei maghi, appartenenti sia alla razza degli umani che degli elfi, che, riscoprendo la magia e modellandola a loro favore, riuscendo così a compiere incantesimi anche complessi.
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Non tutto quel ch'è oro brilla,
Né gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
Le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quel ch'è senza corona.
(poesia di Bilbo Baggins su Aragorn - La compagnia dell'anello)
Credevo che i meravigliosi protagonisti delle leggende partissero in cerca di esse, perché le desideravano, essendo cose entusiasmanti che interrompevano la monotonia della vita, uno svago, un divertimento. Ma non accadeva così nei racconti veramente importanti, in quelli che rimangono nella mente. Improvvisamente la gente si trovava coinvolta, e quello, come dite voi, era il loro sentiero. Penso che anche essi come noi ebbero molte occasioni di tornare indietro, ma non lo fecero. E se lo avessero fatto noi non lo sapremmo, perché sarebbero stati obliati. Noi sappiamo di coloro che proseguirono, e non tutti verso una felice fine, badate bene; o comunque non verso quella che i protagonisti di una storia chiamano una felice fine.
(Sam - Le due Torri) |
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